La ricerca sottolinea l’importanza per il governo e i sindacati di unire le forze per gestire in modo responsabile l’adozione dell’IA.
L’avvento dell’intelligenza artificiale promette rivoluzioni che potrebbero trasformare industrie intere, automatizzare compiti ripetitivi e aprire nuovi orizzonti di efficienza e creatività. Il rovescio di questa medaglia è ormai tristemente noto a tutti: il crescente numero di lavoratori che verrà totalmente rimpiazzato dall’IA. Mentre alcuni vedono in questa tecnologia un’opportunità per un futuro più produttivo e meno gravoso, altri temono che porterà a una perdita massiccia di posti di lavoro, lasciando milioni di persone in uno stato di incertezza economica e professionale.
Queste preoccupazioni non sono frutto di un pessimismo dilagante, ma di precisi dati e rilevazioni. Gli esperti avvertono che l’integrazione dell’IA nelle operazioni quotidiane delle aziende potrebbe accelerare a un ritmo tale da superare la capacità della società di adattarsi. La domanda sorge quindi spontanea: ci stiamo muovendo verso un futuro in cui l’IA sarà un catalizzatore di crescita e innovazione, o ci stiamo avvicinando a un punto di non ritorno, dove milioni perderanno il loro posto fisso a favore di algoritmi e macchine?
Il problema sollevato dallo studio dell’Institute for Public Policy Research (IPPR) sul futuro del lavoro nel Regno Unito risiede nel potenziale impatto devastante che l’intelligenza artificiale potrebbe avere sulla forza lavoro. La ricerca evidenzia che un numero considerevole, fino a otto milioni di lavoratori britannici, rischia di perdere il proprio impiego a causa dell’avanzamento e dell’integrazione dell’IA nelle operazioni aziendali. Questa preoccupazione deriva dall’osservazione che l’IA, influenzando già l’11% delle attività lavorative, potrebbe espandere il suo raggio d’azione fino al 60%.
Una delle questioni più critiche è che l’impatto dell’IA sul mercato del lavoro non sarà uniforme. Particolarmente esposti sono i lavori considerati di basso livello, part-time e di back-office, anche se il report avverte che persino i ruoli meglio retribuiti potrebbero non essere immuni agli sviluppi futuri.
Questa disparità si estende anche a livello demografico, con alcuni gruppi considerati più vulnerabili. Le donne, occupate in misura maggiore in attività ora a rischio di automazione, e i giovani, che potrebbero vedere ridursi le opportunità offerte dai programmi di inserimento lavorativo.
L’evoluzione tecnologica potrebbe quindi modificare in modo significativo la struttura del mercato del lavoro, influenzando la natura stessa del lavoro, le competenze necessarie e le opportunità di carriera disponibili.
Pericolo Intelligenza Artificiale: potremmo essere tutti a rischio e non ci accorgeremmo nemmeno dei danni…
Secondo le statistiche le donne sono più tecnologiche degli uomini. Eppure vengono discriminate e faticano…
Non ci penserebbe mai nessuno eppure una semplice app come WhatsApp è pericolosa. Vediamo insieme…
Molti soffrono di dipendenza da smartphone e non lo sanno. Ti sei mai chiesto se…
La tua attenzione è fondamentale se sei un abbonato a Prime, perché la nuova truffa…
Hai un vecchio cellulare in casa e lo tieni come ricordo? Forse sarebbe meglio buttarlo,…