L’Unione Europea blocca l’Intelligenza Artificiale. Hanno infatti stipula l’AI Pact l’accordo per adeguarsi prima all’AI Act.
Il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale è stato introdotto per adeguare nel tempo prodotti e servizi ai gradi di rischio con cui l’AI Act cataloga gli algoritmi. A quanto pare, però, il timore è che comunque l’IA possa sfuggire al controllo e quindi ecco che è stata introdotta una contromisura alla contromisura. Vediamo insieme i dettagli.
L’Unione Europea blocca l’Intelligenza Artificiale grazie a AI Pact
Lo scopo dell’AI Pact è quello di traghettare le aziende nel processo di integrazione con l’IA. Le imprese aderenti potranno accedere a un percorso per anticipare volontariamente ad alcuni processi di conformità e farsi trovare preparate quando suonerà la campanella. Dopo l’entrata in vigore del regolamento sull’IA la Commissione intende riunione gli interessati e generare più fiducia verso le tecnologie sviluppate dagli aderenti al patto.
Che cosa ne pensano le aziende?
Anche se queste idee possono sembrare un po’ bizzarre, a quanto pare molte imprese vogliono aderire. “Ci stanno già arrivando domande sugli effetti dell’AI Act, sulla valutazione degli strumenti utilizzati e sui rapporti con le leggi esistenti, come il Gdpr e lo statuto dei lavoratori”, fanno sapere dallo studio legale Chiomenti. Una delle priorità maggiori è quella di capire come difendere la proprietà intellettuale e come gestire la condivisione dei dati con le piattaforme di AI. Un altro aspetto che sta a cuore è come proteggere gli investimenti. Infine c’è da capire anche come scrivere protocolli di uso interni da distribuire ai lavoratori.
Con un approccio basato sui livelli di rischio, dai quali dipende la possibilità di fare ricorso a un sistema di intelligenza artificiale, l’AI Act sarà un regolamento complesso da applicare. La ramificazione degli algoritmi richiederà il monitoraggio di molte autorità e serviranno standard e modelli per orientarsi nei documenti da produrre.
