La società madre di ChatGPT dimostra ancora una volta il suo impegno nel portare avanti l’innovazione nel campo dell’IA.
L’evoluzione dell’intelligenza artificiale continua a stupire e, in alcuni casi, a preoccupare. Ogni giorno, le frontiere della tecnologia vengono spinte un po’ più in là, ma con ogni nuovo progresso, emergono anche interrogativi etici e preoccupazioni sulla sicurezza, soprattutto quando si parla di capacità che potrebbero essere sfruttate con intenzioni malvagie. In questo scenario in continua evoluzione, l’importanza di procedere con cautela non è mai stata così evidente.
Nel campo dell’IA, poche aziende hanno avuto un impatto paragonabile a quello di OpenAI. Con una serie di progetti innovativi che spaziano dalla generazione di testo alla creazione di immagini e filmati, OpenAI si è affermata come l’azienda leader nel mondo dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, la nuova frontiera dell’IA secondo la società madre di ChatGPT è una tecnologia che, per quanto affascinante, solleva questioni fondamentali sulla sicurezza e l’etica nell’uso dell’intelligenza artificiale.
OpenAI ha recentemente annunciato il lancio di Voice Engine, un avanzamento tecnologico che consente la clonazione della voce umana con una precisione senza precedenti. Questa novità rappresenta un importante passo in avanti per l’azienda, notoriamente all’avanguardia nel settore dell’intelligenza artificiale.
Tuttavia, a dispetto delle sue potenzialità rivoluzionarie, Voice Engine ha sollevato una serie di preoccupazioni riguardanti la privacy e la sicurezza. OpenAI, consapevole di questi rischi, ha deciso di limitare l’accesso a questa tecnologia, rendendola non disponibile al grande pubblico al momento dell’annuncio.
Voice Engine funziona analizzando un campione audio di soli 15 secondi per generare una replica sintetica della voce umana. Questa capacità estende significativamente le funzionalità di sintesi vocale di OpenAI, aprendo nuove possibilità per l’industria e per gli sviluppatori. Un esempio pratico dell’applicazione di questa tecnologia è stato già visto con Spotify, che ha utilizzato Voice Engine per doppiare in varie lingue alcuni famosi podcast.
La tecnologia si basa su un mix di dati pubblici e concessi in licenza, assicurando che ogni campione audio fornito venga eliminato immediatamente dopo l’uso per proteggere la privacy degli utenti. Nonostante le precauzioni prese da OpenAI, la potenziale abilità di clonare voci umane solleva questioni etiche importanti. Questo spinge l’azienda a procedere con cautela nella sua implementazione. Staremo a vedere quali altre norme verranno aggiunte per regolare questo nuovo strumento tecnologico.
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