L’applicazione dell’intelligenza artificiale nel miglioramento del gusto potrebbe presto trasformare l’intera industria alimentare.
Nel panorama delle bevande alcoliche la birra occupa da sempre un posto d’onore, con milioni di estimatori in tutto il mondo con la sua incredibile diversità di stili e sapori. Da secoli, i mastri birrai affinano le loro tecniche per soddisfare palati sempre più esigenti, tra ricette tradizionali e innovazioni audaci. Presto, però, gli esseri umani potrebbero non essere i soli coinvolti nella produzione di questa prelibata bevanda. In un’epoca dominata dall’innovazione digitale, anche il settore birrario si appresta a vivere una rivoluzione, grazie all’intervento dell’intelligenza artificiale.
L’idea di una birra perfetta, capace di conquistare il consenso di tutti gli appassionati prima ancora di raggiungere le labbra dei consumatori, finora è stata per lo più un’utopia. Questo sogno potrebbe però presto diventare realtà grazie agli ultimi progressi nel campo dell’IA. Un team di scienziati composto dalle eccellenze di tutto il mondo stanno infatti lavorando per applicare le potenzialità dell’intelligenza artificiale al miglioramento della qualità della birra.
L’IA arriva anche in tavola
L’innovazione di cui stiamo parlando proviene dalla KU Leuven, un’istituzione accademica di prestigio in Belgio. Qui, un gruppo di scienziati ha sviluppato un modello di intelligenza artificiale in grado di predire il gradimento di specifiche ricette di birra. Il team ha addestrato il modello analizzando dati sensoriali e chimici di centinaia di birre commerciali, coprendo un ampio spettro di stili, dalla lager alla stout.
Attraverso l’esame di oltre 226 proprietà chimiche per ogni birra, compresi l’alcool, il pH e la concentrazione di zuccheri, e l’analisi di più di 200 composti aromatici, l’IA è stata in grado di stabilire un legame tra la composizione chimica delle birre e le preferenze dei consumatori.
Il successo di questo progetto si basa sull’integrazione di dati provenienti sia da panel di degustazione che da recensioni pubbliche online, che hanno così offerto una visione completa del gradimento dei consumatori. Questo approccio ha già portato al miglioramento di una birra commerciale belga. Arricchita con specifici aromi predetti dall’IA, che ha superato l’originale nei test di degustazione.
È chiaro che si tratta di uno strumento ancora in fase di sviluppo. E che probabilmente non riuscirà mai a raggiungere la perfezione. Fattori come genetica, ambiente, cultura e psicologia del consumatore giocano un ruolo cruciale nelle preferenze individuali. Per il momento, comunque, l’uso di set di dati ampi e dettagliati sembra permettere all’IA di navigare in questo complesso panorama.
Al di là del semplice miglioramento delle birre già esistenti, l’ambizione del team di ricerca è quella di rivoluzionare il mercato delle birre senza alcol. Grazie all’IA, è stato possibile creare un mix di composti aromatici naturali che imitano il gusto e l’odore dell’alcool senza i suoi effetti collaterali, avvicinando sempre più la birra analcolica alla sua controparte tradizionale in termini di piacere sensoriale.