Secondo le statistiche le donne sono più tecnologiche degli uomini. Eppure vengono discriminate e faticano ancora nel 2024 a fare carriera.
Di recente sono state fatte delle ricerche ed è emerso che le sono sul posto di lavoro sono più preparate e stakanoviste rispetto ai colleghi maschi. Nonostante tutto, ancora nel 2024, sono discriminate, soprattutto se madri. Le donne che lavorano nel mondo della tecnologia faticano a ottenere un riconoscimento e questo sia nello stipendio che nella carriera. Oltre il 70% dichiara di aver ricevuto un trattamento salariale diverso rispetto ai colleghi uomini. Vediamo tutti i dettagli del caso.
Le donne sono più tecnologiche ma discriminate
È quanto emerge da un’indagine condotta dall’Università di Milano-Bicocca e Women&Tech ETS – Associazione Donne e Tecnologie. I risultati sono stati presentati all’Università di Milano-Bicocca all’evento ‘Donne e STE(A)M. Tra passato e futuro’. L’indagine ha coinvolto quasi 200 professioniste delle aziende associate a Women&Tech Ets che lavorano in realtà ad alta intensità lavorativa.
Tra i risultati che sono emersi vediamo che il 30% delle donne nel settore è in possesso di un titolo di studio in discipline Stem e il 24,6% ha conseguito uno o più master. Inoltre quasi il 40% delle partecipanti dichiara un impegno pari a 9 ore e 50 minuti, al quale si aggiungono straordinari e trasferte. Il 53% delle intervistate ha figli, il 20% è genitore single. Le madri che lavorano full-time e le madri single sono state quelle che hanno espresso maggiori difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia. Riflettendosi anche sul faticare a godersi del tempo libero. Una nota impattante è il fatto che la quota di lavoratrici a orario ridotto presente nel campione (10%) sia composta per il 90,5% da donne madri. In questo gruppo non si registri la presenza di donne che ricoprono ruoli apicali.
Stipendi bassi e impari
Come se non bastasse, vi è una diffusa percezione di ineguaglianze a livello salariale, il 51,4% delle professioniste dichiara che accade ‘spesso o addirittura sempre’ di percepire maggiori difficoltà nell’ottenere credibilità e riconoscimento rispetto ai colleghi uomini. Il 37% delle professioniste dichiari una progressione di carriera negli ultimi 5 anni e indubbiamente si tratta di un buon dato. Quest’ultimo, però, un po’ oscurato dal 19,5% che ritiene che il suo genere abbia spesso giocato un ruolo negativo nel vedersi accettare una possibilità di miglioramento di carriera. Che siano madri o meno sono preparate e dedite al lavoro anche in termini orari, eppure non c’è verso ma la maggior parte di loro fatica a ottenere un riconoscimento salariale e di carriera.